sabato 1 agosto 2009

Da Arzua a Santiago

12^ Tappa: km 38
Le previsioni del tempo dicevano pioggia e puntualmente ci svegliamo con le strade bagnate per la pioggia della notte. Alle 7,30 dopo la colazione ci incamminiamo, attraversiamo Arzua, fa freddo, il cielo è plumbeo e promette nuova pioggia. Entriamo nei sentieri boscosi, per la terza volta ripercorriamo questa tappa e questa volta non ci sbagliamo ad una indicazione ambigua. Il paesaggio è tipico della Galizia, come nella tappa precedente troviamo molti pellegrini, nel camminare bisogna stare attenti ai molti ciclisti che ti superano all'improvviso, spaventandoti e rompendo il clima di tranquillità e meditazione. Il Cammino non ci sembra un percorso adatto ai ciclisti.
Si cammina facilmente, una pioggia sottile e senza vento aiuta ancora di più la marcia, dopo una decina di km ci fermiamo in un bar per una pausa. Alla ripresa comincia a piovere più forte, proprio come l'anno scorso, ma quest'anno il vento è debole e si cammina bene. Arrivati all'alto di S. Irene ci caliamo per arrivare a Pedrouzo, la meta della nostra tappa. Arriviamo molto freschi, non piove e la temperatura bassa è l'ideale per camminare. Prendiamo la decisione di continuare fino a quando ce la faremo. Pranziamo in un ristorante con filete de ternera e tortilla spagnola.

Nel paese c'è una festa medioevale, con un mercatino i cui venditori sono in abito medioevale, vediamo un falconiere con i suoi uccelli rapaci, ci sono strani giochi da tavolo in pietra e anche piccole bande di musicanti celtici.










Usciamo dal paese, entriamo nel bosco e incomincia a piovere di brutto, per fortuna è un temporale di breve durata, quando smette ci troviamo nell'alto di un colle a ridosso dell'aeroporto. Scendiamo per un sentierino e in breve siamo a Lavacolla, l'ultimo paese prima di Santiago. Pausa in un bar dove incontriamo dei pellegrini a cavallo.
Siamo stanchi ma decidiamo di proseguire, anche se lentamente.
Cominciamo l'ultima salita del Cammino, quella più famosa che porta al monte Gozo (monte della Gioia). Qui piove ancora ma solo a tratti, verso la sommità troviamo le sedi televisive della tv di Galizia e la regionale di TVE (espana). Arriviamo alla sommità del monte Gozo, da qui vediamo Santiago: è sempre emozionante vedere la città dopo tanti km di cammino. Ci sentiamo un po' a casa perché c'è una piccola chiesetta dedicata a S. Marco. Mancano 4,5 km.
Qui, anni fa, c'è stato un incontro del Papa con i giovani Cattolici di tutto il mondo. La struttura creata per accogliere i giovani ora accoglie i pellegrini, molti oggi si sono fermati qui, ma noi, anche se è tardi vogliamo arrivare a Santiago. Molto lentamente e con pause entriamo nella periferia della città, qui reincontriamo i 2 ragazzi belgi che ci salutano calorosamente e ci incitano a finire usando lo spagnolo "casi casi". Nelle vie del centro il solito formicolio di turisti ma noi pensiamo solo a raggiungere la meta, arriviamo in piazza Obradoiro stremati ma contenti e commossi come la prima volta. Sono le 19,20 abbiamo camminato quasi 12 ore per 38 km, per noi è un record.


Qualche foto di rito e subito all'Oficina del Peregrino per ritirare la Compostela, data l'ora pensavamo di non trovare nessuno invece... una lunga fila di pellegrini! La signora che consegna la Compostela fa i complimenti a Leo per aver portato uno zaino così grande. Santiago è piena di gente per il concerto di Sprigsteen e noi riusciamo a trovare da dormire in una vecchia pensione che però ha una bellissima vista sulla Cattedrale.


Ci infiliamo in una taperia per una cena veloce a base di tapas al pulpo e ai peoci, qualche piccolo problema di digestione nella notte. Domani a mezzogiorno ci aspetta la nostra messa del pellegrino.
Hasta pronto! Ultreya!

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