domenica 23 agosto 2009
Avviso ai lettori
mercoledì 12 agosto 2009
Da Santiago... a Sottomarina!
Il 12 agosto usciamo dalla pensione alle 6,00 zaini in spalla, è l'ultima tappa verso la fermata dell'autobus che ci porterà all'aeroporto. Da Santiago facciamo scalo a Barcellona, arriviamo a Venezia e alle 16.00 circa siamo a casa.
Nonostante la fatica e alcuni infortuni l'esperienza del Cammino è sempre bella, devi metterti in gioco sia fisicamente che spiritualmente. I tanti incontri, anche se non sempre positivi, ti arricchiscono perché le persone che decidono di intraprendere un cammino sono sempre speciali. I moltissimi ambienti naturali attraversati ti infondono e ti educano alla calma e alla serenità interiore. La speranza è quella di portare un po' di questa esperienza anche nella stressante vita di tutti i giorni.
Hasta Pronto! Arrivederci...........!!!
domenica 9 agosto 2009
Muxia
Muxia si trova in uno stretto promontorio sul mare e al suo capo c'è il Santuario della Vergine della Barca, gemellaggio da proporre con la nostra Madonna della Navicella.
In questi giorni anche qui freddo e niente sole, solo negli ultimi 2 giorni siamo riusciti a fare un po' di spiaggia. Le spiagge sono bianche, sono battute continuamente dalle onde e si trovano nelle piccole insenature più riparate, a ridosso ci sono sempre colline e tanto verde. Da lontano il colpo d'occhio è fantastico, c'è l'oceano che varia dall'azzurro al blu, la lingua di terra bianca della spiaggia e dietro tutti i toni del verde della vegetazione.
Mercoledì visita ad Ezora in un'altra Rias. Qui dovevamo vedere una spettacolare cascata che è la foce del fiume Xallas, ma l'acqua è controllata artificialmente da una diga per produrre energia. La cascata viene aperta totalmente solo la domenica e ci dobbiamo accontentare del grandioso imbuto formato dall'acqua sulla roccia e di piccoli rivoli. Bella e ben curata la spiaggia del minuscolo paese a cui è stata assegnata la bandiera blu europea.
A Muxia nel fine settimana Festa Medievale o Sagra del Pesce locale, metà paese è pieno di piccoli stands per la rivendita di pulpo, marisco, pescado, callos, dulces, churrasco, tortillas... e cerveza y vino a volontà, poi varie altre bancarelle con articoli di bigiotteria, manufatti in pelle, saponi e candele naturali...
La piccola Banda del paese suona continuamente musica celtica con gaite, tamburi, tamburelli, cembali e fisarmoniche, tutti i componenti sono vestiti con il costume tradizionale del paese. Di quando in quando la piccola banda si ferma nelle piazzette per far cantare e ballare i compaesani e i turisti. Tutto il paese partecipa alla festa, non solo le persone agli stands, perché molti indossano abiti da pescatore o da popolana del tempo antico, tutta la via principale è addobbata con reti da pesca.
Assistiamo ad una vera "baruffa in calle" con tanto di schiaffi e pugni, ma non ci sorprendiamo piu' di tanto, sembrava proprio una "barufa ciosota".
In questi giorni abbiamo dormito un po' di più perché prima delle 10,00 qua non si muove niente, fatto passeggiate lungo le coste e sulle colline, fatto qualche ora di spiaggia e abbiamo visto tramontare il sole rosso nell'oceano.
Domenica, infine siamo andati a Messa nel Santuario della Vergine della Barca così finalmente abbiamo potuto visitare la chiesa che era sempre chiusa.
Sui tetti delle case non ci sono passeri o colombi, ma colonie di gabbiani reali che volano, controllano i piccoli, gridano e rumoreggiano continuamente di giorno e purtroppo anche di notte. Sono i veri padroni dei cieli di Muxia. Nella zona molti altri piccoli uccelli in particolare il pettirosso.
Muxia è nella Ruta Jacobea nel tratto Santiago - Finisterre. La tradizione popolare racconta di una apparizione della Vergine a S. Giacomo, per confortarlo nella sua predicazione, dove oggi sorge il Santuario della Madonna della Barca. Maria giunse alla Costa della Morte navigando sopra un'imbarcazione di pietra. Vicino al Santuario si conservano la chiglia (Pedra d'Abalar) e la vela (Pedra dos Cadrises).
HASTA PRONTO!
lunedì 3 agosto 2009
Da Santiago a Negreira
Sveglia alle 6,30 ma è molto difficile e duro alzarsi, la stanchezza si fa sentire. Partiamo alle 8 da piazza Obradoiro, attraversiamo la periferia della città e puntiamo decisamente verso ovest. Finisterre era considerata la fine del mondo prima della scoperta dell'America, la si può raggiungere con 3 tappe molto dure, oggi proviamo a fare la 1^, la meno pesante.
Usciamo in discesa dalla città, attraversato un ponte ritroviamo sentieri sassosi e boschi. Nel Cammino troviamo pochissima gente, quasi tutti hanno come meta finale Santiago. Sembra di essere tornati nel cammino primitivo dove passavano delle ore prima di vedere qualcuno. Anche le salite si fanno più dure e impegnative, c'è una sequenza di colline da superare che portano fino all'oceano, nella Costa della Morte. Le colline stanno cambiando aspetto: sono più aspre e selvagge anche se la vegetazione è abbondante, attraversiamo pinete e boschi di eucalipti. Le salite tornano ad essere lunghe e più difficili.
Dopo una ricca pausa ad un bar con un gigantesco bocadillo di tortilla, affrontiamo una imprevista salita che ci impegna tantissimo per un'ora, è una rampa senza tornanti che arriva fino al passo. Davvero dura! Al passo arriviamo stanchi e a Piera si riacutizza il dolore alla caviglia e nella discesa va molto lentamente.
Arriviamo ad un piccolo ma bellissimo pueblo, poco menzionato dalle guide "Ponte Maceiro", si entra nel paese attraverso un grande e bel ponte romanico le cui arcate sono attraversate dal Rio Tambre che ha cascatelle, isole di roccia e molta vegetazione. Sulle sue sponde anche un mulino e case signorili medievali.
Rimaniamo un po' di tempo per fare foto. Continuiamo seguendo le sponde del fiume fino a prendere una strada in leggera salita che ci porta a Negreira alle 15,10. Qui Piera arriva malconcia e teme di peggiorare la situazione se continua a camminare. Decidiamo così di interrompere il Cammino verso Finisterre essendo già soddisfatti di aver fatto il Primitivo. Il nostro obiettivo ora diventa Muxia che raggiungiamo a sera in autobus. Trascorreremo qualche giorno qui per riposare.
Hasta Luego!
...Cosa si può e non si può fare in autobus...
domenica 2 agosto 2009
Santiago
Alle 12,00 la nostra Messa del Peregrino, la chiesa è già da tempo gremita perché tanti si aspettavano di vedere il botafumeiro invece non c'era, ci sarà il giorno dopo per l'attore Martin Sheen che farà un film, con il figlio, sul Cammino. Il rito liturgico è in italiano perché il celebrante principale, un prete lituano, ha scelto così. A fine messa, in chiesa ritroviamo molte persone che hanno camminato insieme a noi: gli scouts di Cadiz, i 2 ragazzi belgi, la famiglia con il bimbo di 8 anni, Annemarie e una giovane coppia di Milano, e altri incrociati solo per pochi minuti. Il Portico della Gloria è ancora in restauro, visitiamo la tomba di Santiago e la Cappella della Madonna del Pilar.
Pranzo, per la fiesta di arrivo a Santiago, al ristorante regionale del Parador (consigliato da Roberta) e per Simone ora c'è il menù: pimientos do Padron, empanada, chipirones a la plancha, setas en sarten e plato variados de dulces, tutto perfetto! Pomeriggio di riposo e serata con Annemarie, Lorenzo, Maria del Mar e il piccolo Alvaro, parliamo di Italia, Spagna e... Cammini.
Saludos a todos!
sabato 1 agosto 2009
Da Arzua a Santiago
Le previsioni del tempo dicevano pioggia e puntualmente ci svegliamo con le strade bagnate per la pioggia della notte. Alle 7,30 dopo la colazione ci incamminiamo, attraversiamo Arzua, fa freddo, il cielo è plumbeo e promette nuova pioggia. Entriamo nei sentieri boscosi, per la terza volta ripercorriamo questa tappa e questa volta non ci sbagliamo ad una indicazione ambigua. Il paesaggio è tipico della Galizia, come nella tappa precedente troviamo molti pellegrini, nel camminare bisogna stare attenti ai molti ciclisti che ti superano all'improvviso, spaventandoti e rompendo il clima di tranquillità e meditazione. Il Cammino non ci sembra un percorso adatto ai ciclisti.
Si cammina facilmente, una pioggia sottile e senza vento aiuta ancora di più la marcia, dopo una decina di km ci fermiamo in un bar per una pausa. Alla ripresa comincia a piovere più forte, proprio come l'anno scorso, ma quest'anno il vento è debole e si cammina bene. Arrivati all'alto di S. Irene ci caliamo per arrivare a Pedrouzo, la meta della nostra tappa. Arriviamo molto freschi, non piove e la temperatura bassa è l'ideale per camminare. Prendiamo la decisione di continuare fino a quando ce la faremo. Pranziamo in un ristorante con filete de ternera e tortilla spagnola.
Nel paese c'è una festa medioevale, con un mercatino i cui venditori sono in abito medioevale, vediamo un falconiere con i suoi uccelli rapaci, ci sono strani giochi da tavolo in pietra e anche piccole bande di musicanti celtici.
Usciamo dal paese, entriamo nel bosco e incomincia a piovere di brutto, per fortuna è un temporale di breve durata, quando smette ci troviamo nell'alto di un colle a ridosso dell'aeroporto. Scendiamo per un sentierino e in breve siamo a Lavacolla, l'ultimo paese prima di Santiago. Pausa in un bar dove incontriamo dei pellegrini a cavallo.
Siamo stanchi ma decidiamo di proseguire, anche se lentamente.
Cominciamo l'ultima salita del Cammino, quella più famosa che porta al monte Gozo (monte della Gioia). Qui piove ancora ma solo a tratti, verso la sommità troviamo le sedi televisive della tv di Galizia e la regionale di TVE (espana). Arriviamo alla sommità del monte Gozo, da qui vediamo Santiago: è sempre emozionante vedere la città dopo tanti km di cammino. Ci sentiamo un po' a casa perché c'è una piccola chiesetta dedicata a S. Marco. Mancano 4,5 km.
Qui, anni fa, c'è stato un incontro del Papa con i giovani Cattolici di tutto il mondo. La struttura creata per accogliere i giovani ora accoglie i pellegrini, molti oggi si sono fermati qui, ma noi, anche se è tardi vogliamo arrivare a Santiago. Molto lentamente e con pause entriamo nella periferia della città, qui reincontriamo i 2 ragazzi belgi che ci salutano calorosamente e ci incitano a finire usando lo spagnolo "casi casi". Nelle vie del centro il solito formicolio di turisti ma noi pensiamo solo a raggiungere la meta, arriviamo in piazza Obradoiro stremati ma contenti e commossi come la prima volta. Sono le 19,20 abbiamo camminato quasi 12 ore per 38 km, per noi è un record.
Qualche foto di rito e subito all'Oficina del Peregrino per ritirare la Compostela, data l'ora pensavamo di non trovare nessuno invece... una lunga fila di pellegrini! La signora che consegna la Compostela fa i complimenti a Leo per aver portato uno zaino così grande. Santiago è piena di gente per il concerto di Sprigsteen e noi riusciamo a trovare da dormire in una vecchia pensione che però ha una bellissima vista sulla Cattedrale.
Ci infiliamo in una taperia per una cena veloce a base di tapas al pulpo e ai peoci, qualche piccolo problema di digestione nella notte. Domani a mezzogiorno ci aspetta la nostra messa del pellegrino.
Hasta pronto! Ultreya!
venerdì 31 luglio 2009
Da Melide a Arzua
Partenza alle ore 8,15 dopo una abbondante e buona colazione a base di churros y chocolate, anche Oliviero si aggrega a noi e su nostro consiglio prende los churros.
Attraversiamo Melide ed entriamo nel tipico paesaggio gallego fatto di boschi, piccoli paesini, pascoli. Troviamo una piccola piantagione di lamponi (frambuesas), i padroni hanno messo i lamponi in cestine sopra un tavolo così che i pellegrini possono prenderli e mettere i soldi in una cassettina, molto buoni!
Ripercorrere il Cammino Francese ci fa capire come sia ben diverso dal Primitivo, eravamo abituati ad essere soli ma qui all'improvviso c'è un flusso continuo di persone, non come una processione ma quasi. Ci ritroviamo ad essere fra i pochi che girano con uno zaino adeguato perché tutti gli altri hanno zainetti mini. Il percorso è più facile, i sentieri sono ben battuti non ci sono sassi e le salite sono un poco più dolci. In questa mattinata la caviglia si sente meno, la camminata non è sciolta ma si va bene.
A Ribaiso ritroviamo Oliviero e i suoi amici, salutiamo e preferiamo proseguire per Arzua visto che il piede va bene. Dopo una importante salita arriviamo ad Arzua (alle 12,10) e alla pensione che già prenotammo lo scorso anno. Approfittiamo del fatto di essere arrivati presto per fare un bucato con lavadora e secadora, i vestiti ne avevano bisogno. Pranzo con caldo gallego, costesine asados con cachelos e sardine giganti. Pomeriggio di riposo. E' stata la tappa più breve per recuperare le energie dai 31 km del giorno precedente.
giovedì 30 luglio 2009
Da S. Roman de Retorta a Melide
Colazione alle 7. Il padrone dell'hostal ci deve riportare nel cammino in auto, ci carica in 6 per risparmiare un viaggio, siamo stretti tra 2 americane, belle ma pienotte. Ripartiamo da S. Roman percorrendo il paesaggio gallego che non ci stanca mai. Seguiamo una calzada romana che dopo 10 km ci porta ad un piccolo ponte romano che dà il nome alla località. Vediamo anche un cippo di epoca romana ai bordi della strada.
Qui scopriamo i consigli sbagliati che ci aveva dato il padrone della pensione: ci aveva detto che per raggiungere Palas del Rey da qui ci volevano 7 km invece i km sono almeno il doppio, Palas del Rey sembrava la meta più vicina per non forzare la caviglia di Piera. A questo punto ci sembrava sprecato non arrivare a Melide per pochi km di differenza, solo che come al solito anche le guide sono bugiarde in fatto di km, forse i km fatti erano 30 ma sembravano 35!
Dopo Puente Romano prendiamo serie di strade e sentieri che attraversano paesini molto piccoli senza servizi ma pieni di cani e di mucche.
Si sale lentamente ma continuamente, in questo tratto non incontriamo nessun pellegrino, Piera cammina molto piano. Dobbiamo superare un monte per poi calare nella lunghissima piana che porta a Melide.
Arriviamo al passo nelle ore più calde della giornata affaticati, stanchi e con poca acqua. Là in un paesino quasi abbandonato ci viene incontro Mapi (Maria Pilar) che ci offre ospitalità. Entriamo in una piccola casa antica fatta di sasso. La ragazza ci racconta che ha deciso, insieme al suo ragazzo, di vivere a contatto con la natura e di accogliere quei pochi pellegrini che passano di là, coltiva un orto, ha 8 cani lupo e lavora facendo piccoli oggetti di cuoio che vende nei mercatini.
Ci offre un te e mentre aspettiamo arriva Annamaria, pellegrina Bretone che si aggrega a noi. All'interno della casa non c'è il massimo dell'igiene, ma si vive ugualmente un'atmosfera particolare di benessere. Prima di riprendere il Cammino un piccolo topolino di campagna entra nello zaino di Leo, in un contesto del genere l'episodio assume aspetti divertenti, Mapi ci vuole abbracciare tutti e ci augura buona fortuna e buon cammino.
Dopo poco dall'alto del passo vediamo Melide, sembra vicina ma dista 12 km. Camminiamo alcuni km con Annamaria, ma noi avendo il passo più lento la lasciamo andare avanti e ci lascia alla nostra sorte. I km non passano mai e Melide non si avvicina, facciamo un sacco di pause, i piedi ricominciano a fare male. Ogni fontana ci dà un po' di sollievo, Leo trova un bar. E' chiuso, siamo costretti a continuare. Verso la fine della tappa ritroviamo le ragazze americane che ci superano ma si vede che anche loro sono stanche.
A Melide arriviamo attorno alle 18 e in una piazza vediamo in un colpo solo più pellegrini di quanti visti nei giorni precedenti. Abbiamo incrociato il Cammino Francese, mancano 53 km a Santiago e da oggi in poi cammineremo insieme a molte persone. Una volta sistemati andiamo nella famosa pulperia di Ezequiel, ma qui giunti sorpresona! Leo vede seduto ad un tavolo Oliviero un istruttore di scacchi di Torino conosciuto l'autunno scorso a Vienna ad un torneo govanile di scacchi.
Oliviero e i suoi amici stanno facendo il Cammino Francese per la 2^ volta, sono i primi italiani che incontriamo. Ci mangiamo un pulpo eccezionale e Leo si scola una bottiglia di bianco con Oliviero e compagnia.
mercoledì 29 luglio 2009
Da Lugo a S. Roman de Retorta
Si riparte, dopo 3 giorni di riposo riprendiamo il Cammino!
Usciamo dalla pensione alle 6,35 e come al solito fa freddo, il cielo è nuvoloso e c'è umidità. Lasciamo Lugo scendendo verso il fiume Mino e lo costeggiamo per un lungo tratto.
Sulle sue sponde vediamo un bel club fluviale con palestre, piscine, bar, posti dove prendere il sole e posti dove poter uscire in acqua con canoe o barche. Si sale dapprima repentinamente, poi in maniera più dolce, tanto che ormai non abbiamo più il fiatone. Superiamo il primo colle dopo 10 Km e la strada è quasi sempre asfaltata ma con pochissimo traffico. La caviglia di Piera si fa sentire ma si può continuare anche se lentamente.
Nella seconda parte del percorso alterniamo la strada a lunghi tratti di sentieri che attraversano dei bei boschi tipicamente Gallieghi. Il paesaggio intorno è bucolico: tutto è verde e silenzioso, si sente il vento che muove le fronde degli alberi, si sentono gli uccellini, un gallo che canta, cani abbaiare, i campanacci di qualche pecora o mucca, il campanile di una chiesa che suona e raramente rumori di attività umane. I pellegrini sono rari, i pochi che si incontrano sono tutte facce nuove. In cielo si alternano momenti di sereno a momenti di nubi passeggere, ma fa sempre freddo.
Arriviamo alla meta, a S. Roman de Retorta, alle 12, la caviglia un po' in disordine ha bisogno di riposo. Qui al bar di S. Romano scopriamo che per gli abitanti di questi posti, il tempo non esiste. Per avere un panino attesa di un'ora, per essere trasportati nell'alloggio che abbiamo scelto attesa di oltre due ore. Dopo il riposo pomeridiano scendiamo a cena, altra attesa interminabile tanto che ce ne andiamo, ma nei dintorni non ci sono altri locali. Quando decidiamo di comprarci un poco di generi alimentari e di mangiare in camera incontriamo la cameriera che ci dice che ha preparato tutto, noi concordiamo che se la cosa è "muy rapida" va bene altrimenti ce ne andiamo. La cena è stata buona e giusta nei tempi.
Conosciamo dei nuovi pellegrini: una signora francese che ha già fatto 4/5 cammini e una coppia spagnola che ne ha già fatti 7/8 e quest'anno viaggiano con il figlio di 8 anni, orgoglioso di fare il cammino. Sono tutti insegnanti come noi e tanti problemi li scopriamo comuni.
Il posto dove alloggiamo oggi non è molto bello, è un posto di ripiego perchè l'albergue successivo era tutto pieno, più che altro è sopra una gasolinera, la guida ne parlava nascondendo di quale posto realmente si trattava. E' un grande edificio nuovo o rinnovato dove ci sono stanze, un negozio, un bar, un ristorante, un lavaggio di auto e camion, un parcheggio e un distributore di benzina il tutto gestito da una famiglia anche se un poco allargata. Immaginate i tempi di attesa per fare qualsiasi cosa.
Domani mattina probabilmente scegliremo un percorso alternativo al primitivo originale e ci immetteremo nel Cammino francese un poco prima, a Palas del Rey in questo modo faremo delle tappe un poco più corte per agevolare la caviglia di Piera. Forse domani pioverà.
Cari Saluti a tutti.
NB: casa?!?!
lunedì 27 luglio 2009
Lugo
La Muraglia è patrimonio dell'UNESCO, i suoi bastioni in terra battuta sono percorribili a piedi e cingono il centro della città per 2 Km, dall'alto si vede tutto il centro storico e ci sono 10 porte per entrare. E' la delizia dei marciatori e dei runners. Vale la pena visitare la Cattedrale, il museo provinciale, la chiesa di S. Pedro, alcuni palazzi amministrativi e le belle piazzette piene di verde, di bambini e di bar questi ultimi animati da un continuo via vai di camerieri che portano vassoi pieni di pinchos, qui si mangia sempre.
Le stradine e i viali si risvegliano nella tarda mattinata, ci sono molti negozi alcuni belli e convenienti, ma non possiamo comprare niente perché non possiamo portare pesi in più. La sera, come la mattina, fa freddo vorremmo fare due passi ma non vediamo l'ora di ritornare in stanza al calduccio. Decidiamo di riprendere il nostro cammino mercoledì, vedremo come andrà perché la caviglia sta meglio ma non è guarita del tutto.
UN ABRAZO!
domenica 26 luglio 2009
Da Cadavo Baleiro a Lugo
Al risveglio Piera ha ancora dolore alla caviglia decidiamo così di fare questa tappa in autobus per arrivare a Lugo città di 100.000 abitanti dove ci sono tutti i servizi. Alla fermata dell'autobus una sorpresa, quattro nostri amici, malconci anche loro (dolori alle ginocchia, vesciche...), attendono l'autobus.
Arrivati a Lugo vediamo l'enorme muraglia romana che cinge il bellissimo centro storico, è una città tranquilla, pulita, curata e con molto verde, mangiamo los churros nella piazza Mayor e alloggiamo in una piccola pensione. La caviglia si è leggermente gonfiata e decidiamo di andare al centro clinico per una visita, il medico consiglia riposo per un paio di giorni e antinfiammatori. Ritroviamo gli amici di questo cammino in un locale per pranzare insieme, ci hanno detto che la tappa, non presentava grossi dislivelli, ma è stata egualmente molto dura per le continue deviazioni e il caldo degli ultimi chilometri.
A pranzo c'è clima di festa, festeggiamo le 2 Ana (oggi onomastico), ma c'è anche un velo di tristezza perché il gruppo di una ventina di persone oggi si sfalda: 4 messicani tornano a casa, altri si fermano a Lugo per recuperare energie e quelli che continuano imboccheranno 2 percorsi diversi. Noi riprenderemo il cammino quando la caviglia migliorerà un pochino.
A sera messa nella bella Cattedrale, ritroviamo i 2 ragazzi del Belgio che si fermeranno anche loro qualche giorno qui a Lugo.
Alle 9,30 (per chiusura albergue) saluti e abbracci agli amici pellegrini e la promessa di ritrovarci il prossimo anno per il cammino portoghese. Come diceva il parroco di Fonsagrada "el Camino es una droga", forse è vero.
P.S. Stiamo scrivendo da un elegante bar dove abbiamo fatto una abbondante colazione, ma qui passano continuamente con vassoi e chiedono se vogliamo pinchar gratis dei piccoli panini, tartine, tramezzini... buonissimi!!!!
ULTREYA!
sabato 25 luglio 2009
Da Fonsagrada a Cadavo Bailero
8^ Tappa: Km26.
Ci svegliamo alle 5,15 e partiamo alle 6,00 ancora al buio. Fa molto freddo 10 gradi. Dopo pochi km ci accorgiamo che il problema di Piera non è il ginocchio destro ma la caviglia sinistra. I sentieri bagnati ci inzuppano le scarpe e questo non ci aiuta. Un nebbione dei nostri ci accompagna per tutta la mattina; anche se camminiamo in salita abbiamo freddo e ci mettiamo perfino i guanti. I sentieri attraversano boschi da favola, gli alberi hanno rami molto lunghi e diramati, sono ricoperti quasi totalmente da licheni barbicosi grigio/verde e questi gli conferiscono un aspetto vecchio, in più c'è la nebbia. Tutto questo crea un alone di antica magia, sembra di essere in un bosco abitato da streghe.
I licheni barbicosi sono indice di un ambiente pulito e integro, se c'è inquinamento sono i primi a scomparire. Solo al passo Alto di Montouto (m 1030) emergiamo dalla nebbia. Vediamo le cime dei monti Asturiani e Galiziani: un vero spettacolo.
Troviamo Erick un giovane pellegrino che ha dormito all'aperto sul passo! E' di Mallorca e ci racconta che partito da Merida ha fatto la via de la Plata fino a Santiago e adesso di ritorno fa al contrario il cammino del Nord fino a Irun dopo di che tutta la Francia del sud evitando i Pirenei e ritorna a Mallorca passando per Barcellona.
Al passo ci sono anche le rovine di un importante monastero che accoglieva i pellegrini nel medioevo, abbiamo visto anche dei dolmen.
Cominciamo la discesa e ci reimmergiamo nella nebbia. A Piera la caviglia peggiora, deve camminare lentamente. Il freddo non ci dà tregua fino alle 11,30 poi la nebbia si dirada. Troviamo rifugio in un bar dove ci riposiamo lungamente. Poi lentamente cominciamo l'ultima salita della giornata, quando arriva la discesa non siamo sollevati perché in realtà è un continuo saliscendi.
Arriviamo alle14,30 stanchissimi ma per fortuna riusciamo a prendere gli ultimi posti liberi dell'albergue dove ritroviamo tutti i nostri amici di questo cammino. Alla sera festeggiamo con loro Santiago santo patrono di Spagna, con formaggio, salame, vino e torta Santiago.
Infine un piccolo spettacolo a tratti commovente: ogni gruppo della stessa nazione doveva cantare una canzone, noi a grande richiesta abbiam cantato l'inno d'Italia, ma molto bravi ed emozionanti sono stati una signora tedesca, un ragazzo coreano Francisco e un cinese di Taiwan.
venerdì 24 luglio 2009
Da Grandas de Salime a Fonsagrada
Partenza alle 6,40, si prevede una tappa lunga ma un poco più facile. La temperatura è fresca, camminiamo velocemente per riscaldarci, saliamo costantemente ma senza forti strappi un po' sul sentiero e un po' sulla carretera. Ci sono continui desvios per costruzine di strade e ci domandiamo perché qui senza auto che girano costruiscono strade, mentre da noi che le auto sono una sopra all'altra non le fanno. Altra cosa che in questi giorni abbiamo notato è la totale mancanza di motorini.
I sentieri sono molto buoni da percorrere, poche pietre, ogni tanto boschetti e finalmente piccole chiesette di stile rurale o montano e come al solito anche la chiesa della Magdalena con annesso cementerio e fuente de dos canos (due canne di acqua perché ogni canna una sorgente diversa). Si sale sempre, i panorami sono meravigliosi, raggiungiamo le pale eoliche, c'è molto vento e fa sempre più freddo.
Al passo (1100m) troviamo il confine che separa le Asturie dalla Galizia, la cosa singolare è che in Galizia la conchiglia che indica il percorso è messa al contrario.
In queste prime 4 ore di cammino non abbiamo trovato nessuno, ma al primo bar ce li ritroviamo tutti. Si parla della giornata fredda ma buona per camminare e di quanto manca alla meta 9, 12, 15 km? Le guide sono molto discordanti.
Dopo il passo continuiamo per qualche km in un altopiano, c'è molto vento ci copriamo anche con guanti e sciarpa. A tratti pioviggina ma non dà fastidio, nei boschetti vediamo corvi, poiane, ghiandaie, topini (uccelli), e varie specie di passeriformi. Il finale di tappa ci presenta il conto una forte empinada (impennata) causa fastidio al ginocchio di Piera speriamo sia solo affaticamento.
Arriviamo a Fonsagrada (943m) alle 14,10 scegliamo ancora una volta una pensione perché l'albergue è 2 km più avanti. Dopo il riposo Leo va dal peluquero por afeitarse la barba lunga e Piera in farmacia per una ginocchiera. Il vecchio parroco del pueblo, esperto di Cammini (li ha fatti tutti) ci fa un sello particolare con dedica e ci dà suggerimenti sul percorso migliore da seguire. Buona Cena in pulperia.
Asta manana!